IL FELICE INCONTRO FRA ABEL FERRARA E GABRIELE TINTI

 

 

 

 

 

Huffington Post - 17 aprile 2021

 

Gabriele Tinti è un poeta coraggioso. Scrive versi che anelano a una odierna misura classica, traendo ispirazione dalle sculture antiche e dalle immagini di altri artisti. In un’epoca nella quale le statue sono di moda grazie al furore iconoclasta dell’incultura della cancellazione, Tinti le statue sa farle parlare. Spesso le sue poesie vengono recitate in spazi museali da celebri attori. Anche da attori controversi: Kevin Spacey nel 2019 al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo interpretò Il pugile a riposo. Opere, nomi, circostanze che potrebbero schiacciare i versi di un giovane poeta, ma Tinti ha il coraggio di confrontarsi.
La casa editrice powerHouse Books di New York ha pubblicato The Earth Will Come to Laugh and Feast, bellissimo libro in cui i versi di Tinti (anche in traduzione inglese a cura di David Graham) dialogano con le fotografie dell’americano Roger Ballen. Gli scatti di Ballen traboccano di significanti, Tinti li ricodifica in versi carichi di pathos: «Cerchi una via d’uscita ma non puoi più muoverti. / T’hanno ferito a morte e tu pieghi il capo, t’accasci / tentando di ricordare le vecchie litanie, una preghiera. / Tutto inutile: il fato ha già scritto le sue carte. / Presto sarai un piccolo lume tra le bave, un rimpianto».
Recentemente il regista americano Abel Ferrara ha recitato a Milano, all’Accademia di Brera, la poesia di Gabriele Tinti intitolata Bleedings. I versi sono ispirati dal quadro di Donato Bramante Cristo alla colonna: «Ecco l’alloro per te, è fatto di spine. / T’incideremo il torace per capire. / Un cielo nuovo s’addosserà alla colonna / e noi rimarremo in attesa di una qualche parola, / di una risposta che non viene». Un incontro felice quello tra Tinti e Ferrara, entrambi indagatori delle tenebre, entrambi fiduciosi nel potere del logos.
Abel Ferrara da qualche tempo vive a Roma. Ricordo che anni fa, quando girava il film Mary, mi capitò di conoscerlo a una festa capitolina. Allietammo i presenti con un estemporaneo duetto musicale: lui alla chitarra, io al canto, facemmo a pezzi Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno. Nei suoi film Abel Ferrara raccoglie i cocci di un cinema ormai esploso per testimoniare una sincera ansia di salvezza.

 

 

 

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