IL PREMIO TENCO CELEBRA ENRICO RUGGERI,

IL PIU' GRANDE MISTERO DELLA MUSICA LEGGERA ITALIANA

 

 

 

 

 

Huffington Post - 23 ottobre 2021

 

C’era una volta la canzone d’autore italiana. E c’era il Premio Tenco che ne celebrava le eccellenze annuali. Negli ultimi lustri la rassegna sanremese che incuteva soggezione soltanto a nominarla, per carenza di materia prima si è ridotta a celebrare se stessa. Sembrerebbe dunque una buona notizia il mutamento di rotta annunciato dal direttore artistico Sergio Secondiano Sacchi: «Il muro di Berlino è durato meno del Premio Tenco, perché tenere ancora gli steccati tra canzone commerciale e canzone impegnata? Gli unici aggettivi che riferiti a una canzone hanno diritto di cittadinanza sono bella o brutta». Speriamo che il rischio di trasformare il Premio Tenco in un novello Telegatto sia un rischio calcolato.
Tra gli artisti sempre snobbati che quest’anno il Premio Tenco ha deciso di celebrare, figurano il paroliere Mogol che è poeta di suo e di riconoscimenti ha poco bisogno, e il cantautore Enrico Ruggeri che rappresenta il più grande mistero della musica leggera italiana.
Negli anni ottanta Ruggeri era un artista capace di scrivere canzoni fascinose, canzoni venate di una malinconia non depressiva che perlustravano con tatto certi interstizi dell’anima: «Il mare d’inverno / È un concetto che il pensiero non considera / È poco moderno / È qualcosa che nessuno mai desidera / Alberghi chiusi / Manifesti già sbiaditi di pubblicità / Macchine tracciano solchi su strade / Dove la pioggia d’estate non cade / E io che non riesco nemmeno a parlare con me».
In Rien ne va plus, una canzone bella quanto le canzoni più belle di Sergio Endrigo, il cantautore milanese ironizzava sulla propria ascendenza culturale francese («Ma attenti a non sbagliare qualche accento / Attenti a non lasciarci spettinare dal vento») e scardinava con una interpretazione cubista versi delicati come una carezza: «Qualcuno poi sutura le ferite / C’è qualcuno da fuori che ci aspetta alle uscite / Come il giocatore sconfitto che si allena per nuove partite / La portinaia che ci dice buongiorno / E il girone di andata fa posto al ritorno / Sta decollando un satellite e gravita attorno».
Dopo avere brillato nel girone di andata, nel girone di ritorno Enrico Ruggeri ha cercato in molti modi di deturpare la propria immagine: scivolando in un pop sempre più radiofonico, conducendo imbarazzanti trasmissioni televisive, tentando un improbabile ritorno alle origini con i Decibel, rilasciando bizzarre dichiarazioni extramusicali. Mistero.

 

 

 

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