L'INSIDIA DI CONSIDERARE ADORNO UN CLASSICO

 

 

 

 

 

Huffington Post - 4 settembre 2021

 

La canonizzazione del filosofo tedesco Theodor W. Adorno, la sua sacrosanta elezione a classico del novecento, nasconde un’insidia. Considerandolo un classico si rischia di depotenziare la carica critica del suo pensiero, che invece a mio avviso mantiene una certa attualità.
Il pessimismo dei Minima moralia è figlio delle drammatiche vicende esistenziali di Adorno, esule in America per sfuggire al delirio hitleriano, ma le sue meditazioni della vita offesa hanno una tensione morale (non minima) che trascende la sua biografia. Pensatore problematico, sacerdote della dialettica negativa e della contraddizione, Adorno è un critico implacabile di ogni sfaccettatura della realtà. Avversario della cultura media, il filosofo condanna la falsa arte prodotta dall’industria culturale e dallo stato per dare alle masse l’illusione di abbeverarsi con poco sforzo alla sorgente dello spirito.
L’oltranzismo polemico di Adorno contro l’omologazione prodotta dall’industria culturale, ai suoi tempi venne ritenuto eccessivo. Effettivamente in quegli anni l’industria culturale valorizzava molti dei migliori talenti artistici in circolazione, ma per nostra sfortuna le esagerazioni di Adorno si sono rivelate profetiche. Chissà che cosa penserebbe il filosofo francofortese di certi reality che fingono di sfornare artisti in diretta televisiva.
Nella società odierna ogni pensiero critico risulta sospetto. Se un secolo fa in Italia dettavano legge l’estetica e la critica di Benedetto Croce, gli odierni legislatori sembrano essere gli addetti stampa. Il critico troppo spesso rischia di essere soltanto l’ultimo anello della catena pubblicitaria. I giudizi tiepidi non vengono tollerati: gli artisti e i relativi ammiratori pretendono plausi incondizionati. Del resto nelle nostre aule scolastiche ormai non si boccia nessuno. In realtà le critiche negative non solo non danneggiano le opere, ma le arricchiscono rendendole problematiche, cioè interessanti.
Per Theodor Wiesengrund Adorno il dovere del critico è di sottoporre a scrupolosa verifica le opere proposte dall’industria del successo. Opere come Dialettica dell’illuminismo (scritta con il sodale Max Horkheimer), Filosofia della musica moderna, Note per letteratura - tutte disponibili in edizione Einaudi - sono classici da tenere ancora sul comodino: «Non si tratta di conservare il passato, ma di realizzare le sue speranze».

 

 

 

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