LUCIO DALLA, UNA BIOGRAFIA DI UN SIMPATICO BUGIARDO

 

 

 

 

 

Huffington Post - 10 aprile 2021

 

Lucio Dalla, biografia umana e musicale scritta da Ernesto Assante e da Gino Castaldo, riesce a raccontare bene la vita di un simpatico bugiardo. Pubblicato da Mondadori, ricco di aneddoti e di retroscena, il libro restituisce la complessità del personaggio.
Le canzoni di Lucio Dalla pullulano di contraddizioni, sembrano costruite giustapponendo ingredienti eterogenei per innescare originali detonazioni espressive. Riascoltando quella che Assante e Castaldo definiscono la «trilogia delle meraviglie» (Come è profondo il mareDallaLucio Dalla, album composti sul finire degli anni settanta), si resta abbagliati dai fuochi d’artificio del cantautore bolognese. I testi sono immaginifici («Si muove la città con le piazze e i giardini e la gente nei bar / galleggia e se ne va, anche senza corrente camminerà / ma questa sera vola, le sue vele sulle case sono mille lenzuola»), le musiche avvincono con ritmi inconsueti, sfasature illuminanti, limpide accensioni melodiche.
I brani sono adeguatamente valorizzati dal canto: ora morbido, ora grintoso, ora sgangherato. Alcuni versi vengono smozzicati e sputati via. Sembra che Dalla stia canticchiando chiuso nella sua stanza, di fronte auna parete bianca su cui via via compaiono un bimbo appena nato che vede l’ultima luna, il mare più profondo, i russi, gli americani, una nave che fa ritorno per portarci a dormire…
A metà degli anni ottanta, in una notte ventosa, Dalla volle affacciarsi da una vecchia terrazza davanti al golfo di Sorrento per intonare a tutta voce una melodia napoletana: «Te voglio bene assai / ma tanto tanto bene sai / è una catena ormai / che scioglie il sangue dint’e vene sai».
Potenza di Caruso, un successo travolgente che in un certo senso travolse il suo autore. Sulla scia di quel successo, negli album successivi Dalla cambiò rotta, cercò di essere più popolare, più semplice. Lui nato eccentrico, tentò l’impresa eccezionale di essere normale: un’impresa che non gli riuscì del tutto, a riprova che in arte non esistono ricette vincenti. Ripetere sempre la stessa formula può annoiare e allontanare il pubblico, intraprendere una nuova strada può condurre in un vicolo cieco. Invece il giovane Lucio Dalla aveva cinque teste e dieci occhi per offrire della realtà una visione sfaccettata e divertente.

 

 

 

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