RAFFAELLA CARRA' E I FAGIOLI DI BORGES

 

 

 

 

 

Huffington Post - 30 gennaio 2021

 

Tra i ricordi indelebili della mia infanzia televisiva c’è la sigla della rubrica preserale di Rai 1 Almanacco del giorno dopo, con strane immagini ruotanti e una musica rinascimentale che mi suscitavano una certa inquietudine. Rassicurante risultava invece il sorriso di Raffaella Carrà, che si affacciava verso mezzogiorno. Il suo programma Pronto, Raffaella? andò in onda su Rai 1 dal 1983 al 1985: all’epoca ritenevo la conduttrice quasi coetanea di mia nonna, facendo i calcoli era più giovane di me oggi. La ricordo seduta alla scrivania con la cornetta telefonica in mano accanto a un vaso di vetro pieno di fagioli, i telespettatori dovevano indovinarne il numero esatto.

Non ho seguito le successive tappe della carriera della Carrà, di recente mi è capitato di vedere su Rai 3 una puntata della trasmissione A raccontare comincia tu: a casa del maestro Riccardo Muti, per niente intimidita, la conduttrice era bravissima a farlo confidare. Raffaella fa parte dell’immaginario collettivo internazionale e in questi giorni viene celebrata grazie al film spagnolo Ballo ballo, con la regia di Nacho Álvarez e con le più famose canzoni della Carrà come colonna sonora.
Un ruscello di parole continua a scorrere sulla puntata di Pronto, Raffaella? in cui la conduttrice ebbe l’onore di intervistare, accanto al vaso dei fagioli, l’argentino Jorge Luis Borges, autore di racconti fantastici tra i più belli del novecento. Per alcuni internauti si tratta di una leggenda culturale, non essendo reperibili in rete video o immagini dell’evento. Il giornalista Michele Serra, teletestimone oculare, fu profondamente sconvolto da quell’intervista e si indignò. Sul quotidiano La Repubblica scrisse: «Non sanno più che cosa inventarsi». Nel libro Gridalo edito da Bompiani, lo scrittore Roberto Saviano si mostra più indulgente, citando quella puntata per giustificare il proprio presenzialismo televisivo: «Eppure, quel giorno, una fetta del mondo che seguiva la trasmissione incontrò Borges, forse poi iniziò pure a leggere un suo libro, magari lasciandolo a metà, ma quei due universi, destinati a non incontrarsi mai, dialogarono».
Leggendaria o reale, quella puntata di Pronto, Raffaella? non mi scandalizza affatto, la trovo anzi splendidamente borgesiana. Somiglia ai suoi racconti. Un vecchio scrittore cieco conversa con una bella signora bionda accanto a un vaso di vetro pieno di fagioli, i fagioli sono moltissimi ma di numero finito: quanti sono i fagioli? Mentre rispondeva alle domande della conduttrice, Jorge Luis Borges cercava segretamente la soluzione. Ripensando a Pitagora e a Zenone di Elea, capì che si trattava di un enigma metafisico. Quando infine Raffaella Carrà scherzosamente gli chiese quanti fossero i fagioli, fu per cortesia verso i telespettatori che sbagliò apposta la risposta.

 

 

 

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