SANREMO 2021, L'IRONIA SU QUELLE POLTRONE VUOTE

NON E' BASTATA AD ESORCIZZARE L'ASSENZA DEL PUBBLICO 

 

 

 

 

 

Huffington Post - 3 marzo 2021

 

Abbiamo tutti la nostra canzoncina mattutina, quella che stoniamo davanti allo specchio del bagno o interrogando la finestra sul tempo che farà. Non si tratta della canzone che amiamo di più, ma di una maledetta benedetta melodia che a nostra insaputa un giorno fecce breccia dentro di noi. Da tempo immemorabile mentre mi faccio la barba mi risulta impossibile non canticchiare ’A canzuncella, incisa nel 1978 dagli Alunni del sole.
Gruppo musicale a cavallo tra tradizione napoletana e cantautorato pop, gli Alunni del sole non parteciparono mai al Festival di Sanremo pur avendo le carte in regola per vincerlo. Nei loro brani la voce ipnotica di Paolo Morelli racconta sempre amori fatali, la batteria incede malinconica e inesorabile: gli esseri umani sono pupazzi agitati da passioni travolgenti, giocattoli nelle mani del destino.
Il Festival di Sanremo ha fabbricato sempre melodie canticchiabili, questa edizione 2021 riuscirà a lasciare il segno con motivetti memorabili? Ieri sera i conduttori Amadeus e Fiorello ce l’hanno messa tutta per esorcizzare l’assenza del pubblico causa coronavirus, ma l’insistita ironia su quelle poltrone teatrali tristemente vuote sortiva un effetto perturbante, che infatti ha allontanato molti telespettatori. Nota di merito per la scenografia di Gaetano e Maria Chiara Castelli che riportava al sogno sanremese.
Al primo ascolto le canzoni più incisive sono sembrate anche a me Dieci della incantevole Annalisa e Glicine della grintosa Noemi. Catartico il colpo d’ala di Max Gazzè (con la Trifluoperazina Monstery Band): mascherato da Leonardo da Vinci ci ha regalato un momento di deliziosa teatralità. Giocando con leggerezza sulle nostre ossessioni salutiste e sanitarie («Per tutto / Invento, / Stai tranquilla, / Una bio-chimica pozione!»), Il farmacista è la canzone giusta al momento giusto.
Nella classifica provvisoria la giuria popolare ha penalizzato le proposte troppo giovaniliste: per noi fautori dell’ortodossia sanremese si tratta di una prova di grande maturità democratica. Forse gli italiani conoscono lo spirito del festival meglio della direzione artistica?

 

 

 

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