SCHEGGE D'AUTORE AL TEATRO TORDINONA
Ridotto - Maggio / Agosto 2024
Da quando esiste il teatro sperimentale, sperimentare è diventato impossibile. Il teatro sperimentale è diventato un genere, un sistema codificato di pratiche drammaturgiche e sceniche ormai
obsolete, una formula buona per raggranellare finanziamenti pubblici. Poco male, ognuno fa il teatro che vuole, peccato solo che la sperimentazione istituzionalizzata finisca talvolta per fare
ombra a qualche sperimentazione autentica: per esempio quel vitalissimo laboratorio sperimentale rappresentato dai corti teatrali.
I drammaturghi che si sono misurati con la forma breve sono centinaia, e numerose le rassegne di corti, eppure la critica teatrale ha sostanzialmente snobbato il fenomeno. La vetrina più
prestigiosa è Schegge d’autore, il Festival della drammaturgia italiana organizzato dal Sindacato Nazionale Autori Drammatici e diretto da Renato Giordano, che ogni anno porta in scena al Teatro
Tordinona di Roma le proposte brevi più interessanti. Per festeggiare il ventesimo compleanno, la casa editrice Pagine ha pubblicato il volume antologico Schegge d’autore. L’autore di teatro
oggi ed il genere del corto in Italia. Nell’introduzione Renato Giordano tratteggia una rapida storia del corto nostrano, dalle sintesi futuriste alle geniali Tragedie in due
battute di Achille Campanile, via via fino ai nostri giorni. Impreziosisce il volume una prefazione di Giovanni Antonucci.
Come drammaturgo ho partecipato a diverse edizioni del festival e dunque – da spettatore – ho avuto modo di verificare l’efficacia scenica di diversi corti antologizzati (si possono vedere sul
sito e-performance.tv). Ricordo bene con quanto brio Renato Giordano e Franco Oppini ci divertirono nel 2014 con Un Singapore Sling. Sempre divertenti sono i lavori di Sara Calanna e
Gioacchino Spinozzi, come questo dantesco Dove inizia l’inferno. Sul versante drammatico spiccano Per amore, solo per amore di Anna Hurkmans e Il problema di Liliana
Paganini (a Schegge d’autore le donne non sono co-protagoniste).
Salvatore Sciré è bravo sia nel registro leggero che in quello più serio e Totò Panebianco, una favola nera lo dimostra. Anche La buca nel sottoscala di Violetta Chiarini sa
muoversi tra diversi registri (lei, in scena, era deliziosa). Per Luisa Sanfilippo ho da sempre un debole: i suoi stralunati monologhi riescono a ipnotizzarmi e le regie del marito Vincenzo
Sanfilippo brillano per eleganza. Nel volume è antologizzata la loro Conversazione sublime. Rainer Maria Rilke e Lou Salomé, una storia d’amore, amicizia e psicanalisi. Psicanalitico
anche il corto Fellini e l’inconscio di Marco Sani e Gino Saladini, mentre di potente suggestione risulta Personaggio finale. Il fantasma del Tordinona di Giancarlo Gori.
Sperimentazioni contenutistiche, stilistiche, strutturali, ce n’è per tutti i gusti. Viva il teatro sperimentale: viva Schegge d’autore!