VASCO BRONDI, CANTAUTORE DAVVERO

 

 

 

 

 

Huffington Post - 12 giugno 2021

 

Ci sono artisti che cercano di sfuggire alle etichette critiche, che mutano pelle, che hanno una storia. Vasco Brondi no. Brondi è un valido erede della tradizione cantautorale italiana e come diversi cantautori classici sembra cristallizzato in una formula. Anche se non si firma più con il marchio Le luci della centrale elettrica (il quinto album Paesaggio dopo la battaglia esce con il suo nome e con il suo cognome), la sostanza musicale è sempre la stessa. Brondi evolve restando fermo.
Nei tredici anni trascorsi dal felice esordio con le Canzoni da spiaggia deturpata, intorno a Brondi molto è cambiato e lui stesso come uomo è maturato. Oggi ha trentasette anni e non è più tempo di combattere l’acne. Oggi vive sulla propria pelle la difficoltà di dismettere i panni del cantore postadolesenziale di una generazione, per tentare il difficile ingresso nella vita adulta: «Siamo qui per rivelarci, non per nasconderci».
Le canzoni del cantautore ferrarese sono nude, prive di orpelli, prive di fascino, talvolta crude, spesso viscerali. Le sue nenie ipnotiche, la sua voce anemica ma palpitante, il suo cantare ansimante riescono a infilare una mano nello stomaco dell’ascoltatore per smuovere qualcosa.
Il paesaggio di Vasco Brondi è quello dopo la battaglia. Le macerie sono quelle italiane odierne, ma anche le macerie della generazione di Brondi, una generazione che la battaglia l’ha subita senza davvero combatterla: «Per potarti in mare aperto, in terre mai viste / In chiese, in supermercati dove noi / Non ci siamo mai inginocchiati / Sempre troppo impegnati / A cercare cose giuste nei posti sbagliati».
Paesaggio dopo la battaglia è un album di belle canzoni. La mia preferita si intitola Due animali in una stanza ed è pervasa da una strana dolcezza: «E anche sul pianеta Terra tutto cambia / E forse ci sarà una guerra per l’acqua / Ma noi due a dire ancora, ancora, ancora / No, non è più come prima / Evviva, non è più come prima / Evviva». Dopo la battaglia le luci della centrale elettrica risultano fulminate, si procede al buio, non resta che aggrapparsi ai sentimenti.

 

 

  

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