IL TEATRO MEDITERRANEO: SCRITTURA DRAMMATURGICA E SCRITTURA DI SCENA

 

 

  

 

 

Intervento al convegno "Drammaturgia contemporanea italiana: per una ricognizione strutturale" - 26 novembre 2014

 

Il Teatro Mediterraneo è il teatro delle identità: dell'identità siciliana e delle identità dei popoli mediterranei. Il progetto è nato in Sicilia nel 2013 per valorizzare a livello culturale l'esperienza di accoglienza che l'isola sta vivendo, ospitando tra l'altro a Mineo il più grande centro per richiedenti asilo politico d'Europa.
Dopo un convegno internazionale di riflessione sulle linee da seguire, il progetto è stato inaugurato a settembre 2013 dalla mia commedia I meneni (che sono gli abitanti di Mineo) con la regia di Walter Manfrè. Il secondo spettacolo prodotto sono state le Favole egizie di Boris de Rachewiltz, interpretate e dirette da Orazio Alba; mentre nel giugno 2014 nell'ambito della Notte Bianca delle Culture di Mineo abbiamo ospitato Le mani di Grez, spettacolo del cantastorie iracheno Yousif Latif Jaralla. A luglio 2014 ha infine debuttato il mio dramma Mare nostrum, nuovamente con la regia di Manfrè: un viaggio nell'anima mediterranea con la partecipazione in scena di attori professionisti e di quindici migranti di Mineo.
I due spettacoli scritti da me e diretti da Manfrè hanno avuto gestazioni diverse: I meneni è una commedia che avevo scritto a monte per rendere omaggio ai miei concittadini, commedia che successivamente Manfrè ha messo in scena arricchendola col suo personalissimo tocco. La pièce racconta gli abitanti di Mineo con venti personaggi protagonisti di dieci situazioni drammatiche, situazioni che si svolgono in dieci stanze diverse che il pubblico visita in successione. Una cornice di mistero lega le diverse situazioni. E siccome meneni in questi anni sono anche i migranti che ospitiamo, per mettere in scena la commedia ci siamo fatti aiutare da quindici di loro: alcuni hanno recitato in piccoli ruoli, altri hanno dato una mano per le scenografie e per l'organizzazione… insomma, una grande festa collettiva.
Questo primo esperimento ha avuto esito felice, quindi con Manfrè abbiamo deciso di portare avanti il discorso tentando un affresco del mondo mediterraneo. Ecco un pescatore siciliano in mare aperto che di notte ascolta delle storie che arrivano non si sa da dove: voci di vivi, voci di morti… frammenti della nostra comune identità.
Per Mare nostrum il punto di partenza è stato l'incontro con alcuni migranti dei quali ho raccolto le storie, le emozioni. Successivamente ho scritto la partitura drammaturgica rielaborando letterariamente quel prezioso materiale, ma in modo che Manfrè potesse avere la massima libertà espressiva per scrivere in scena insieme ai nostri amici migranti. Il risultato è stato uno spettacolo a mio avviso di grande vitalità… e divertente. Sì, eccola la più bella scoperta che abbiamo fatto: questi ragazzi che tanto hanno sofferto amano sorridere e farci sorridere.

 

 

 

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